
Parte 1 – Il nodo tra piccioni e patrimonio culturale
Allontanamento piccioni e Soprintendenza , sebbene in Italia i piccioni sono parte del paesaggio urbano tanto quanto le pietre dei centri storici, Piazza Bra a Verona, i portici di Bologna, i campanili della Lombardia : ovunque il volo dei colombi e piccioni accompagna la vita quotidiana. Ma dietro l’immagine romantica, c’è una realtà molto meno poetica. Guano corrosivo, nidi in spazi nascosti, ostruzione di gronde e canali: gli edifici storici sono spesso sotto attacco silenzioso. Ed è qui che il tema dell’ allontanamento piccioni e soprintendenza incontra un nodo cruciale: la tutela dei beni culturali.
Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004) stabilisce che ogni intervento sugli immobili vincolati deve rispettare specifiche procedure autorizzative. Questo significa che anche l’installazione di reti, dissuasori a filo, spilli o sistemi elettronici rientra in quella categoria di lavori che, se effettuati su un monumento o un edificio sottoposto a vincolo, richiedono l’approvazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.\
1.1 Perché serve l’autorizzazione?
Non si tratta di un formalismo burocratico. Ogni chiodo piantato in una pietra del Quattrocento, ogni rete tesa sopra un affresco, può determinare deturpamento estetico o danni irreversibili. Le soprintendenze hanno il compito di valutare non tanto se il problema dei piccioni esiste (questo è evidente), ma quali soluzioni tecniche siano compatibili con la conservazione dell’opera architettonica.
Un esempio concreto: in molte chiese romaniche dell’Emilia-Romagna, i dissuasori metallici sono stati autorizzati solo se installati con collanti reversibili, senza perforare la muratura antica. In altri casi, le soprintendenze hanno vietato del tutto l’uso di reti plastiche perché alteravano la percezione estetica della facciata. La logica è chiara: non tutto ciò che funziona in un capannone industriale può essere trasferito su un palazzo rinascimentale. Di solito gli impianti elettrostatici per allontanamento dei piccioni sono ammessi. Per esempio, noi di Falco abbiamo ideato appositi sistemi elettrificati per le strutture protette e vincolate.
1.2 Le responsabilità degli enti
Il problema non riguarda solo le parrocchie o gli enti pubblici. Anche gli amministratori condominiali che gestiscono palazzi ottocenteschi in centro storico devono chiedersi: l’edificio è vincolato? Esiste un decreto ministeriale di tutela? Se sì, l’intervento di allontanamento piccioni non può essere deciso autonomamente. Serve una pratica formale.
👉 Guida alle Soprintendenze territoriali e procedure autorizzative
La responsabilità non è banale: operare senza autorizzazione significa esporsi a sanzioni amministrative e penali. Non è raro che i giornali locali riportino casi di restauri bloccati perché avviati senza nulla osta. Vale lo stesso per le opere anti-volatili: senza il timbro della Soprintendenza, anche un intervento benintenzionato può trasformarsi in abuso edilizio.
1.3 Tra emergenza piccioni e prevenzione
Il guano dei piccioni non corrode solo il marmo e i mattoni. È anche veicolo di muffe, batteri e parassiti. Quando si accumula su gronde o terrazze, diventa una minaccia per la sicurezza delle persone. Eppure, proprio quando l’urgenza è maggiore, scatta la tensione tra la necessità di proteggere la salute e quella di salvaguardare il bene culturale.
Le soprintendenze hanno previsto procedure d’urgenza: in caso di rischio immediato per l’incolumità pubblica, è possibile intervenire in via temporanea, con soluzioni reversibili, salvo poi regolarizzare la pratica. Ma la regola generale resta: nessun intervento permanente senza autorizzazione preventiva.
1.4 Una questione di metodo
Il cuore della questione non è se allontanare i piccioni (questo è ovvio e necessario), ma come farlo nel rispetto della storia che ci circonda. Perché un affresco danneggiato da un tassello mal posizionato vale molto più del fastidio di una colonia di colombi. Ecco perché gli enti di tutela non guardano con sospetto chi vuole agire, ma pretendono un metodo: documentazione fotografica, relazioni tecniche, progetto esecutivo, materiali certificati.
Chiunque abbia affrontato un restauro sa che la logica è la stessa: conservare, non alterare. L’allontanamento dei piccioni, quando si parla di edifici storici, è parte integrante della conservazione, ma va installato con metodo ed esperienza.
Parte 2 – I casi concreti: tra chiese, municipi e sedi aziendali aziendali
Se nella Parte 1 abbiamo esposto le basi normative e storiche, qui entriamo nel vivo della realtà italiana. Perché non stiamo parlando di teoria: nelle piazze e nei cortili della Bassa Romagna, così come nei centri storici di tutta l’Emilia-Romagna e Italia, i piccioni sono un problema tangibile. E ogni tipologia di edificio porta con sé sfide diverse.
2.1 Le chiese e i luoghi di culto
Nessun edificio soffre il problema dei piccioni come le chiese. Campanili, rosoni, cornici aggettanti: sono un invito irresistibile per la nidificazione. Il risultato? Pietre medievali imbrattate, statue annerite, infiltrazioni di guano che scendono fino agli interni.
In questi casi, l’intervento non può prescindere dalla Soprintendenza. È sufficiente un esempio: nella collegiata di Lugo, il parroco aveva chiesto di installare reti in nylon trasparente per proteggere le bifore gotiche. La Soprintendenza ha autorizzato solo dopo un lungo confronto tecnico, imponendo reti a maglia più sottile e sistemi di fissaggio non invasivi. Senza quel via libera, l’opera sarebbe stata considerata abusiva.
Qui la lezione è chiara: la tutela della liturgia e quella del patrimonio devono convivere. Non basta dire “serve allontanare i piccioni”, bisogna dimostrare che la soluzione è compatibile con la storia.
2.2 I municipi e gli edifici pubblici
Passiamo agli edifici civili. Municipi, biblioteche, scuole storiche. In molti casi, soprattutto nei comuni medio-piccoli, questi palazzi sono vincolati come “beni culturali” o rientrano nei centri storici soggetti a piano di tutela.
Un caso emblematico: il municipio di Fusignano, anch’esso in Bassa Romagna, ha affrontato anni fa il problema di decine di piccioni che colonizzavano il porticato. L’intervento con dissuasori metallici è stato approvato dalla Soprintendenza solo dopo che il progetto dimostrava la reversibilità delle staffe e l’assenza di perforazioni permanenti.
Le amministrazioni locali si trovano quindi strette tra due pressioni: i cittadini che chiedono “ripulite subito” e la legge che impone procedure lunghe. È il classico conflitto tra urgenza e burocrazia.
2.3 Le aziende in edifici storici
Non solo enti pubblici. In Emilia-Romagna e Veneto esistono molte aziende medio-grandi che hanno sede in immobili storici: ex conventi trasformati in hotel, palazzi rinascimentali diventati sedi di banche o fondazioni, capannoni ottocenteschi recuperati come loft industriali.
Per queste realtà, il problema dei piccioni non è solo igienico ma anche di immagine. Accogliere clienti o ospiti sotto un portico imbrattato non è certo un biglietto da visita degno. Tuttavia, proprio perché l’edificio è vincolato, l’azienda non può decidere autonomamente di “mettere spuntoni”. Deve presentare un progetto, con tanto di relazione tecnica, foto, planimetrie, e sottoporlo alla Soprintendenza.
Esempio reale: una banca con sede in un palazzo del Seicento a Ferrara ha ottenuto il nulla osta solo dopo aver scelto dissuasori elettrici a basso voltaggio, invisibili a occhio nudo e completamente reversibili. Un compromesso che ha richiesto mesi, ma che ha permesso di mantenere l’immagine del palazzo intatta.
2.4 Beni vincolati e non vincolati: la linea di confine
Non tutti gli edifici storici sono formalmente vincolati. Qui nasce la confusione. Un condominio costruito nel 1920 in centro a Ravenna, per esempio, potrebbe non avere alcun decreto ministeriale di vincolo. In quel caso, l’amministratore condominiale ha molta più libertà: può installare reti antivolatile o impianti elettrostatici senza dover chiedere nulla, salvo rispettare le norme edilizie comunali.
La linea è sottile: non basta che l’edificio “appaia” storico per far scattare la tutela, serve un vincolo specifico. E questo vincolo è pubblico: consultabile negli archivi comunali e presso le soprintendenze. Chi non lo verifica rischia di trovarsi a metà cantiere con i lavori bloccati.
👉 Qui inserirò link a una guida ufficiale del Ministero della Cultura per consultare i beni vincolati.
https://sabapimsv.cultura.gov.it/servizi-al-pubblico/immobili-vincolati/
2.5 Giurisprudenza e precedenti
La giurisprudenza italiana ha più volte confermato che anche gli interventi “minori” rientrano nel perimetro della tutela. Una sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che la posa di strutture anti-volatili, se visibile dall’esterno, modifica l’aspetto del bene e quindi deve essere autorizzata.
Questo orientamento ha creato un precedente: anche un singolo filo teso sul cornicione può rientrare nel concetto di “intervento edilizio” se altera la percezione del monumento.
2.6 Il ruolo delle ditte specializzate
Arrivati a questo punto, la domanda è inevitabile: chi accompagna enti e aziende in questo percorso? Le ditte specializzate in allontanamento piccioni. Non basta saper installare dissuasori: occorre conoscere la normativa, predisporre pratiche, dialogare con tecnici e funzionari pubblici. È un lavoro che un semplice muratore non può improvvisare.
Parte 3 – Soluzioni compatibili, buone pratiche e il ruolo di Falco Installazioni srl
Se nelle prime due parti abbiamo chiarito la cornice normativa e i casi concreti, è arrivato il momento di affrontare la domanda cruciale: quali sono oggi le soluzioni tecniche antivolatile realmente compatibili con gli edifici storici, e come si può intervenire senza incorrere in blocchi, multe o contestazioni?
3.1 Dissuasori “reversibili”: la chiave della compatibilità
La parola che ricorre sempre nei confronti della Soprintendenza è reversibilità.
Ogni sistema adottato deve poter essere rimosso senza lasciare traccia permanente sul bene.
- Reti anti-intrusione: spesso accettate, a patto che siano di colore idoneo, con maglia sottile e fissate a supporti non invasivi. L’errore più grave? Forare cornici o pietre storiche: la Soprintendenza lo considera danno diretto.
- Sistema filo ballerino (Bird Wire): quasi invisibili, impediscono l’appoggio dei piccioni senza alterare la percezione estetica del cornicione. Sono tra le soluzioni più apprezzate dagli uffici tecnici delle belle arti.
- Dissuasori elettrici allontanamento piccioni: rappresentano l’evoluzione moderna degli altri sistemi. Invisibili, discreti, totalmente reversibili. Qui il via libera è quasi sempre garantito, soprattutto in contesti dove la facciata è “di rappresentanza”.
- Spuntoni metallici: quasi sempre bocciati per i beni vincolati, perché ritenuti antiestetici. Ammessi invece per edifici non sottoposti a vincolo, capannoni, strutture industriali.
👉 Questi vincoli peraltro non sono solo in Italia, ma bene o male coinvolgono quasi tutto il modo. ICOMOS, un’organizzazione non governativa internazionale con sede a Parigi, fondata nel 1965 che, come missione, ha la conservazione e protezione del patrimonio culturale (monumenti, siti archeologici, architetture, paesaggi culturali nel mondo), presenta un documento: International Council on Monuments and Sites dove viene ribadita proprio l’importanza della reversibilità negli interventi su beni culturali.
3.2 Bonifica igienico-sanitaria: l’altro lato della medaglia
Non basta “allontanare” i piccioni. Gli edifici storici colpiti da infestazioni devono affrontare il problema del guano accumulato. Qui la normativa è ancora più rigida: parliamo di rifiuti speciali, potenzialmente pericolosi, che richiedono smaltimento secondo codici CER specifici.
Chi pensa di risolvere il problema “spazzando via” rischia denunce penali. La bonifica deve essere affidata ad aziende iscritte all’albo smaltitori, con procedure certificate. Solo dopo la pulizia, è possibile installare i sistemi di dissuasione.
3.3 Casi di successo: quando il dialogo funziona
Le cronache locali offrono esempi interessanti:
- A Verona, un pregevole Duomo in provincia, ha ottenuto il nulla osta per un impianto elettrostatico per l’allontanamento dei piccioni. Il progetto è stato approvato perché dimostrava reversibilità e minimizzazione dell’impatto visivo. (https://www.falcoinstallazioni.it/news/allontanamento-piccioni-duomo-cologna-veneta/)
- A Bologna, la ristrutturazione di un palazzo storico della seconda metà del Quattrocento ha previsto l’installazione di dissuasori elettrici invisibili, con cablaggi nascosti nei canali di gronda. Soluzione tecnica raffinata, pienamente autorizzata. (https://www.sassomarconifoto.it/index.php/territorio/ville-storiche-di-sasso-marconi/palazzo-rossi/)
- A Bergamo, un Castello sede di eventi culturali e visite guidate ha vinto la sfida con la burocrazia presentando un progetto in collaborazione con tecnici esperti: risultato tetti, torri e facciate preservate e infestazione risolta senza contenziosi. (https://artbonus.gov.it/116-28-rocca.html)
Tre storie che dimostrano una verità semplice: il conflitto con la Soprintendenza non è inevitabile. Con la giusta progettazione, si arriva quasi sempre a un compromesso accettabile.
3.4 allontanamento piccioni e soprintendenza , i tempi biblici per le autorizzazioni
C’è un aspetto che amministratori e aziende spesso sottovalutano: i tempi.
L’iter autorizzativo può richiedere mesi. Nel frattempo, i piccioni continuano a nidificare e il guano a stratificarsi. È qui che si gioca la vera differenza tra improvvisazione e pianificazione.
Chi conosce il settore sa che conviene muoversi in anticipo, presentare progetti dettagliati e soprattutto parlare la lingua della Soprintendenza: disegni tecnici, fotografie, relazioni sulla reversibilità. Ogni documento riduce i tempi morti.
3.5 Falco Installazioni srl: 30 anni di esperienza sul campo
Falco Installazioni srl opera da oltre 30 anni nel settore dell’allontanamento volatili, con interventi mirati su edifici storici di Emilia‑Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte. L’esperienza sul campo ci ha permesso di sviluppare soluzioni tecniche specifiche (reti, dissuasori elettrostatici, sistemi discreti) sempre progettate nel rispetto dei vincoli e delle esigenze conservative.
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Gestire il problema significa però anche gestire la burocrazia: relazioni tecniche, progetti compatibili, interlocuzione con gli uffici della Soprintendenza. Per questo un partner esperto non è un optional, ma la differenza tra un intervento efficace e il rischio di blocchi o sanzioni.
3.6 In conclusione
L’allontanamento piccioni non è una questione estetica, ma di tutela del patrimonio, salute pubblica e decoro. Allontanamento piccioni e Soprintendenza? Sempre quando si interviene su un bene vincolato, e spesso anche quando si modifica l’aspetto esterno di un edificio d’interesse storico.
Affrontare questo passaggio con leggerezza significa rischiare sanzioni, blocchi dei lavori e danni irreversibili. Affrontarlo con metodo e competenza significa trasformare un problema in un’opportunità di valorizzazione.
Per questo, Falco Installazioni srl affianca enti, amministrazioni ed aziende nella gestione completa: dalla bonifica igienica alla progettazione dei sistemi di dissuasione piccioni compatibili, fino al dialogo con la Soprintendenza.
Data 19/8/2025
Articolo scritto dalla direzione tecnica di Falco Installazioni