
Malattie guano piccioni, rischi e patologie e capirne le caratteristiche è fondamentale per chi vive o lavora in città. Chi cerca “malattie guano piccioni” spesso ha avuto a che fare con tetti, sottotetti, balconi o capannoni contaminati e vuole una risposta chiara: quali patologie può veicolare il guano? come avviene il contagio? chi è più esposto? In Italia, dai grandi capoluoghi (Milano, Roma, Torino, Napoli, Palermo, Firenze, Bologna, Genova, Venezia, Bari, Cagliari) fino ai centri medio-piccoli, il tema riguarda sia la salute pubblica sia la gestione degli edifici.
Cap.1 – Cos’è il guano dei piccioni e perché può essere un problema?
Con “guano” intendiamo l’insieme di feci e urine che i piccioni depositano su cornicioni, coperture, nicchie, impianti (es. fotovoltaico) e pavimentazioni. Finché è fresco il rischio maggiore è igienico/estetico; quando si secca, invece, si sgretola e diventa polvere aerodispersa: basta spazzare a secco o smuovere un vecchio accumulo perché microparticelle finiscano nell’aria e vengano inalate. In alcuni contesti chiusi (sottotetti, locali tecnici, volte storiche) la ventilazione scarsa aumenta l’esposizione.
Da distinguere:
- Rischio strutturale: corrosione di metalli e pietre, ostruzione grondaie, decadimento estetico.
- Rischio sanitario: possibile presenza di batteri, funghi opportunisti e parassiti associati a nidi e depositi.
1.1 Malattie e rischi da guano di piccione: come avviene la trasmissione
La trasmissione non è automatica: servono condizioni favorevoli (accumuli vecchi, ambienti chiusi, pulizie scorrette). Le vie principali sono tre:
- Inalazione di polveri: la più tipica. Durante una pulizia “a secco” (scopa/soffiatore) o nel sollevare vecchi cartoni posati su guano, si generano aerosol.
- Contatto indiretto: mani super-contaminate che poi toccano bocca, naso, occhi; utensili o superfici usate per cibo senza sanificazione.
- Vettori dai nidi: presenza di parassiti legati ai piccioni (es. zecca molle del piccione Argas reflexus) che possono pungere l’uomo e scatenare reazioni allergiche anche importanti.
Nota importante: non tutte le persone esposte si ammalano. Molto dipende dalla carica di polvere inalata, dalla durata dell’esposizione e dallo stato di salute (anziani, bambini piccoli, pazienti immunocompromessi e lavoratori esposti hanno un profilo di rischio maggiore).
1.2 Chi è più a rischio?
- Addetti a pulizie e manutenzioni: custodi, operatori di facility, tecnici su tetti/sottotetti, restauratori di edifici storici.
- Personale di magazzini e capannoni: movimentazione merci in aree frequentate da piccioni.
- Condomìni con sottotetti chiusi e accumuli annosi.
- Soggetti fragili: persone immunodepresse, anziani con comorbidità, bimbi piccoli.
- Contesti “storici” in capoluoghi come Roma, Firenze, Venezia (molti sottotetti e nicchie), e grandi snodi logistici in città come Milano, Torino, Bologna, Napoli, Genova.
1.3 Cosa intendiamo per “malattie” in questo contesto
Nel linguaggio comune si parla di “malattie dei piccioni” ma, in chiave pratica, ci riferiamo a tre gruppi:
- Batteriche – ad es. salmonellosi (gastroenterite), E. coli patogeni; Chlamydia psittaci (psittacosi/ornitosi: polmonite atipica, classica negli esposti professionali).
- Fungine – *criptococcosi (Cryptococcus neoformans) e, più raramente in Italia, istoplasmosi (Histoplasma capsulatum): i funghi possono prosperare in depositi organici vecchi e polverosi.
- Parassitarie/Allergiche – Argas reflexus (zecca molle del piccione) con quadri da orticaria fino, raramente, ad anafilassi; altri acari dei nidi con irritazioni/asma negli esposti.
Nel Capitolo 2 entreremo nel dettaglio patologia per patologia (fonte consigliata, come ci si espone, sintomi tipici, cosa fare).
1.4 Casi e contesto italiano
In Italia i capoluoghi di provincia riportano scenari ricorrenti: sottotetti con depositi stratificati (es. Roma, Napoli, Palermo), stazioni ferroviarie e aree monumentali con presenze massicce (Milano, Torino, Firenze, Venezia), porti e mercati (Genova, Bari, Cagliari). Nella letteratura medica e nei bollettini sanitari sono descritti episodi di psittacosi in esposti professionali e reazioni allergiche importanti a punture di Argas reflexus in contesti urbani. L’obiettivo non è spaventare, ma informare: riconoscere quando l’accumulo è vecchio/chiuso, evitare pulizie a secco e gestire correttamente nidi e depositi.
1.5 Segnali d’allarme che richiedono cautela
- Accumuli spessi (diversi mm/cm), asciutti e friabili, soprattutto in locali chiusi.
- Nidi attivi o storici con materiali vecchi + presenza di parassiti (punture notturne inspiegabili).
- Odori “polverosi” in sottotetti, volte, corridoi tecnici; visibile “fumo di polvere” quando si muove qualcosa.
- Operatori che riferiscono tosse/irritazione durante le pulizie.
Cap.2 – Elenco patologie: come si prendono, sintomi, cosa fare
In questa sezione entriamo nel merito delle malattie e rischi del guano di piccione, organizzandole in schede rapide e operative. Per ciascuna troverai: come avviene l’esposizione, sintomi tipici, quando allertare il medico e fonti autorevoli.
2.1 Patologie batteriche
– Psittacosi/Ornitosi (Chlamydia psittaci)
- Come si prende: inalazione di polveri contaminate (pulizie a secco in sottotetti/ambienti chiusi), contatto con nidi/escrementi vecchi.
- Sintomi: febbre, cefalea, dolori muscolari, tosse secca; nei casi più seri polmonite atipica.
- Quando chiamare il medico: febbre + sintomi respiratori dopo pulizie di vecchi depositi o lavori in sottotetti/stazioni/monumenti in città principali come: Milano, Roma, Torino, Napoli, Bologna, Firenze, Genova, Venezia, ….
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Link utili:
- OMS – Disease Outbreak News (psittacosi): https://www.who.int/emergencies/disease-outbreak-news/item/2024-DON509
- IZSLER – Clamidiosi dei volatili: https://www.izsler.it/crnclamidiosi/malattia/approfondimento-malattia-le-clamidiosi-dei-volatili/
– Salmonellosi (Salmonella spp.)
- Come si prende: contaminazione fecale di mani/superfici, scorretta igiene durante/ dopo le pulizie; ingestione indiretta (mani-bocca).
- Sintomi: nausea, vomito, diarrea, febbre, crampi addominali.
- Quando chiamare il medico: diarrea con febbre, disidratazione, anziani/bambini/soggetti fragili; dopo lavori in locali con guano polveroso (magazzini, sottotetti di condomìni in città).
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Link utili:
- Veterinaria Italiana – Salmonelle in fauna selvatica: https://www.izs.it/vet_italiana/2013/49_2/187.pdf
– E. coli patogeni
- Come si prende: contaminazione indiretta (mani, attrezzi, superfici); rischio in cucine improvvisate/aree break vicino a zone sporche.
- Sintomi: colite con diarrea (talvolta con sangue), crampi, febbre variabile.
- Quando chiamare il medico: diarrea persistente, sangue nelle feci, disidratazione, fragilità clinica.
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Link utili:
- EFSA – Rischi biologici: https://www.efsa.europa.eu/en/topics/topic/biological-hazards
2.2 Patologie fungine (opportuniste)
– Criptococcosi (Cryptococcus neoformans)
- Come si prende: inalazione di polveri da depositi vecchi/essiccati (guano in sottotetti, volte, nicchie); rischio aumentato in ambienti chiusi.
- Sintomi: da forme respiratorie lievi a quadri più seri (negli immunocompromessi), fino a interessamento meningeo.
- Quando chiamare il medico: tosse persistente, febbre, malessere dopo lavori in ambienti con guano polveroso; immunodepressi da indirizzare precocemente al curante.
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Link utili:
- ISPRA – Reticula (fauna urbana, contesto tecnico): Reticula n.9 — ISPRA
– Istoplasmosi (Histoplasma capsulatum) – rara in Italia
- Come si prende: inalazione di microspore da depositi organici molto vecchi in ambienti chiusi (casi classici in letteratura internazionale).
- Sintomi: sindrome simil-influenzale; forme respiratorie più importanti (nei più suscettibili).
- Quando chiamare il medico: dopo esposizioni massicce in locali chiusi con vecchi depositi; se compaiono febbre/tosse che non passano.
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Link utili:
- EFSA – EU One Health Zoonoses Report: EU One Health 2022 — EFSA
2.3 Parassiti e reazioni allergiche
– Zecca del piccione (Argas reflexus)
- Come si prende: presenza di nidi attivi o storici in edifici (sottotetti, cassonetti tapparelle, cornicioni). La zecca può pungere l’uomo, soprattutto di notte, anche dopo l’allontanamento dei piccioni se i nidi non vengono bonificati.
- Sintomi: prurito intenso, pomfi; nei soggetti sensibilizzati orticaria/asma; raramente anafilassi (emergenza medica).
- Quando chiamare il medico: reazioni cutanee diffuse/persistenti, sintomi respiratori; chiamare il 118 se compaiono segni di anafilassi (gonfiore di labbra/lingua, difficoltà respiratoria, capogiri).
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Link utili:
- Comune di Milano – Manuale “Animali selvatici in città” (DPI, gestione nidi): Animali selvatici in città — Comune di Milano
– Altri ectoparassiti dei nidi (acari, pulci)
- Come si prende: contatto con nidi vecchi non bonificati; spostamento degli ectoparassiti verso ambienti umani dopo rimozione dei volatili.
- Sintomi: dermatiti/orticaria da contatto, prurito; peggioramento di asma in soggetti predisposti.
- Quando chiamare il medico: rash persistente, crisi asmatiche, interessamento oculare; utile il consulto medico + derattizzazione/bonifica tecnica del sito.
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Link utili:
- ISPRA – Reticula (gestione fauna urbana, prevenzione siti di nidificazione): Reticula n.9 — ISPRA
2.4 Capire il “quando” e il “dove” in Italia avvengono contagi da guano di piccione
Nei capoluoghi di provincia italiani si ripetono scenari operativi simili: sottotetti polverosi, volte di edifici storici (Roma, Firenze, Venezia), stazioni e piattaforme logistiche (Milano, Torino, Bologna, Napoli, Genova), aree portuali e mercati (Bari, Cagliari, Palermo). Le malattie trasmesse dai piccioni emergono soprattutto quando si smuovono depositi vecchi senza DPI e senza umidificazione preventiva. Il rischio non è ubiquo, ma situazionale: cresce insieme alla quantità di polvere inalata, alla durata dell’esposizione e alla vulnerabilità individuale.
2.5 Cosa fare se compaiono sintomi dopo un’esposizione
- Irritazione lieve (tosse, gola secca, rinite): riposo, idratazione, aria pulita; se non passa in 24-48 ore chiamare il medico.
- Febbre + tosse dopo pulizie pesanti in locali chiusi: **chiamare il medico **(se peggiora o compare dispnea andare in pronto soccorso).
- Rash/prurito ostinato dopo contatto con nidi: medico; valutare bonifica del sito.
- Segni di anafilassi (gonfiore viso/lingua, dispnea, capogiri): 118 immediato.
Cap. 3 – Mappa del rischio, falsi miti, cosa dire al medico
Per evitare di ripetere consigli di bonifica già trattati in un altro articolo che potete trovare sul blog, chiudiamo con una lettura critica del fenomeno: quando il guano dei piccioni rappresenta un rischio sanitario reale, quali idee sbagliate circolano online e quali informazioni utili conviene avere sottomano in caso di visita medica dopo un’esposizione importante. Il tutto riferito al contesto italiano, dai capoluoghi maggiori (Milano, Roma, Torino, Napoli, Venezia, …) alle città di mare come Bari e Cagliari.
3.1 Mappa del rischio malattie guano piccione:
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Rischio basso:
Balconi o cornicioni all’aperto con guano fresco, quantità piccola, ventilazione naturale, esposizione breve e occasionale. In queste situazioni i problemi sono soprattutto igienici/estetici e di decoro. La semplice vicinanza ai piccioni in spazi aperti (piazze, parchi) non equivale a esposizione significativa. -
Rischio medio:
Accumuli vecchi ma limitati, in aree semi-chiuse (vano scale aperto, sottotetto con prese d’aria) in edifici di città come Firenze, Verona, Padova. La criticità compare quando si smuove materiale secco (scatole, vecchi teli) generando polveri; possibile irritazione delle vie respiratorie, specie in soggetti fragili. -
Rischio alto:
Grandi accumuli datati e friabili in ambienti chiusi (sottotetti sigillati, locali tecnici, volte storiche) in centri come Roma, Venezia, Torino, Genova, Napoli, Palermo; presenza contemporanea di nidi e parassiti (es. zecca del piccione). Il rischio qui è situazionale: cresce quando si effettuano lavori che mettono in aerosol il deposito. È lo scenario da prendere più sul serio sul piano sanitario.
3.2 Falsi miti sulle malattie legate al guano di piccione:
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“Il guano è sempre pericoloso.”
Falso. Il rischio dipende da quantità, età del deposito, ambiente (chiuso vs aperto) e durata dell’esposizione. Un velo fresco all’aperto non è la stessa cosa di centimetri di polvere vecchia in un sottotetto sigillato. -
“Ci si ammala solo per contatto diretto con i piccioni.”
Falso. Molti episodi descritti in letteratura riguardano inalazione di polveri durante pulizie improprie di depositi vecchi. La trasmissione non richiede il contatto con l’animale. -
“Le malattie sono frequenti.”
Falso. Gli eventi clinicamente rilevanti sono relativamente rari in rapporto alla diffusione dei piccioni; emergono soprattutto in esposizioni massicce o in persone vulnerabili. La corretta informazione serve a riconoscere gli scenari non banali, non a diffondere allarme. -
“I parassiti spariscono se i piccioni vanno via.”
Parzialmente falso. Alcuni parassiti dei nidi (come la zecca del piccione) possono restare e cercare ospiti alternativi. È per questo che i nidi “storici” meritano attenzione sanitaria, non solo estetica. -
“Tutti i funghi citati online sono un pericolo imminente in Italia.”
Falso. Alcune micosi sono rare nel nostro Paese e soprattutto legate ad accumuli chiusi e molto vecchi. Il punto non è spaventare, ma contestualizzare: riconoscere quando una situazione somiglia a quelle descritte in letteratura internazionale.
3.3 Se si deve parlare col medico: le informazioni che contano
Se, dopo un lavoro in un sottotetto o in un locale chiuso, compaiono febbre, tosse secca persistente, malessere o rash cutaneo compatibile con punture notturne, può avere senso contattare il medico. Queste sono le informazioni utili da tenere pronte per una valutazione più rapida e precisa:
- Dove è avvenuta l’esposizione (città, tipo di ambiente: chiuso/semichiuso/aperto).
- Quando e per quanto tempo (minuti/ore; esposizioni ripetute in giorni diversi).
- Cosa hai fatto (spazzato a secco? sollevato cartoni? rimosso nidi di piccione? e se hai visto polvere aerodispersa.
- Che sintomi sono comparsi (febbre, tosse, dispnea, mal di testa, eruzioni cutanee, prurito notturno) e quando sono iniziati rispetto all’esposizione.
- Condizioni personali rilevanti (ad es. immunodepressione, BPCO, asma, gravidanza, età avanzata, bimbi piccoli a casa).
Questo set di informazioni non sostituisce la visita, ma aiuta il curante a valutare se e quali accertamenti servono davvero, evitando esami inutili o sottovalutazioni.
3.4 Come informarsi sul Web
Se cerchi conferme o vuoi approfondire, privilegia fonti istituzionali (ISS/EpiCentro, ECDC, OMS, IZS, ISPRA) e università. Diffida di pagine che:
- elencano decine di patologie senza distinguere scenario reale italiano da letteratura internazionale;
- confondono guano fresco all’aperto con accumuli vecchi in ambienti chiusi;
- non spiegano come avviene la trasmissione (quasi sempre via polveri nei casi descritti) e chi è davvero più esposto.
Conclusione
Nel paesaggio urbano italiano – da Roma a Torino, da Napoli a Venezia, passando per Firenze, Genova, Palermo, Milano, Bari e Cagliari – il guano dei piccioni e le malattie sono più spesso un problema ambientale e gestionale che un’emergenza clinica. Il rischio sanitario diventa concreto quando esistono grandi depositi vecchi in ambienti chiusi e si generano polveri durante lavori non accorti; possono comparire quadri respiratori o, in presenza di nidi storici, reazioni allergiche da parassiti. La buona informazione non fa allarmismo: distingue gli scenari, riconosce i segnali e indirizza le domande giuste al medico. In questo modo, chi cerca “malattie e rischi del guano di piccioni” trova risposte chiare, utili e aderenti alla realtà italiana.
La sua gestione del guano con metodi sicuri e che permettono la completa e assicurata bonifica del sito richiede un intervento professionale di rimozione guano, e prevenzione attraverso l’installazione di impianti antivolatili. Perché non basta essere a conoscenza dei rischi che può comportare la vicinanza al guano. Serve anche evitare che tali rischi diventino realtà.
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Fonti istituzionali per approfondimenti
- OMS – psittacosi (panoramica eventi): https://www.who.int/emergencies/disease-outbreak-news/item/2024-DON509
- IZSLER – clamidiosi dei volatili: https://www.izsler.it/crnclamidiosi/malattia/approfondimento-malattia-le-clamidiosi-dei-volatili/
- IZSVe – malattie piccioni/colombi: https://www.izsvenezie.com/malattie-piccioni-colombi/
- ISPRA – Reticula n.9 (fauna urbana): https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/periodici-tecnici/reticula/Reticula_n9.pdf
- Veterinaria Italiana – Salmonelle wildlife: https://www.izs.it/vet_italiana/2013/49_2/187.pdf
- ECDC – threats report: https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/communicable-disease-threats-report-week-10-2024.pdf
Autore: Jack Marcacci
Ultima revisione 21 Agosto 2025